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David Boldrini
Muzio Clementi

Piano Sonatas


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L'album

Tra le sonate per pianoforte di Muzio Clementi, la Sonata in si bemolle maggiore n. 2 dell'opera 47 occupa sicuramente un posto di rilievo se non altro perché fu lo stesso Clementi a presentarla a Vienna, alla presenza dell'imperatore Giuseppe II e del suo rivale del giorno W. A. Mozart . L'incipit fu ricalcato e introdotto da Mozart come inizio della sinfonia del Flauto Magico. Clementi, che era stato aspramente criticato da Mozart, rimase molto colpito da questo atteggiamento da parte del genio salisburghese, a sua volta, pretese che nell'edizione a stampa della Sonata suddetta venisse riportata la frase: alter tulit honerem con la finalità di indicare il torto subito. La Sonata op. 47 n. 2 in forma classica, permeata da un carattere brillante si sviluppa attraverso costrutti derivati dal tema iniziale costituito da note ribattute e da quartine di sedicesimi. Si può definire galante il secondo movimento per la semplicità e la leggerezza, mentre li finale in forma di Rondo si snoda su un movimento discendente di quartine di sedicesimi a cui se ne contrappone un altro ascendente affidato alla mano sinistra in ottave spezzate.
La Sonata in sol maggiore op. 39 n. 2 anche essa in forma classica, e caratterizzata da una scrittura orchestrale, tutta questa composizione sembra quasi un progetto per una sinfonia a causa degli idiomi usati tipici degli strumenti ad arco e dei fiati. Da cio si capisce ehe Clementi aveva ben intuito le possibilità espressive del nuovo strumento e che si rivolgeva ad esso con l'esigenza romantica di ricreare l'effetto dell'orchestra. Un tema cantabile basato su un intervallo di quarta e uno di terza si sviluppa come un tormento tra le parti. II basso incalza con una solita nota ribattuta a guisa di pedale, come avviene spesso in quartetto o in orchestra. In tutto il primo movimento sono presenti i fondamentali stilemi pianistici della prassi esecutiva dell'epoca, il sapiente uso degli arpeggi, delle ottave e delle scale, non e mai finalizzato al puro virtuosismo, e invece costante la ricerca di particolari sonorità e di effetti timbrici ed espressivi. II tema principale viene esposto attraverso un sapiente uso del contrappunto dell'armonia, e della polifonia. Talvolta, durante il corso del primo movimento, le note principali dell'idea iniziale ci sorprendono emergendo da un movimento alternato di quartine del basso, mentre altri affascinanti processi imitativi derivati da esso, vengono evidenziati dalle note fondamentali di alcuni arpeggi in quartine di sedicesimi. II secondo tempo e di carattere sentimentale meditativo. II terzo tempo, Rondo e un tipico finale alla maniera di J. Haydn. Secondo la moda viennese il finale era il brano in cui il ritmo e l'aspetto improvvisiativo dominavano incontrastati la scena. La ricchezza di contenuti armonicamente ardui i percorsi insoliti e interrotti, fanno di questo rondo, un componimento ricco di sorprese e colpi di scena che eliminano con una fanfara festosa e vittoriosa La Sonata op. 36 n. 1 in La maggiore e insolitamente composta da due movimenti: II primo tempo presenta un primo tema di carattere narrativo esplorativo ed un secondo di carattere marziale militare, alcuni episodi e i riconducono al pensiero del Beethoven si pensi ad esempio alla scrittura della Sonata n. 10 per violino . La Sonata si chiude sinteticamente con un Presto di stampo virtuosismo polifonico che tanto ricorda alcuni spunti tipici dell'inventiva melodia e contrappuntistica esposta negli studi del Gradus ad Parnassum. Le scale gli arpeggi le ottave sono usate con finalità espressamente richieste dalle potenzialità del nuovo strumento con una visione lucida della nuova tecnica. Si intravede inoltre in embrione l'idea di Dio che Beethoven, Mendelssohn, Sehumann, Lizst sapranno codificare anni dopo con l'affermazione del pianoforte moderno, usando lo strumento come un possibile imitatore dell'orchestra. Una struggente melodia di stampo italiano apre la Sonata in fa diesis minore op. 26 No. 2, anche in questa Sonata, di cui il secondo movimento fu molto apprezzato da Beethoven, sorprende la modernità della scrittura assolutamente rivolta al pianismo romantico. Alcuni accenni alla poetica mozartiana echeggiano nella coda del primo movimento quando la mano sinistra incrocia la destra, tornano alla memoria le sonate in Do min. k 457 e la Sonata in mi minore per violino.
Un patetico secondo movimento illumina di luce pallida questa splendida composizione che termina con un vorticoso presto finale caratterizzato dal turbinio degli arpeggi discendenti, da doppie terze e da una breve idea melodica in ottave di chiaro stampo romantico, che più volte torna a rasserenare i foschi e impetuosi toni che chiudono autorevolmente la sonata con un inesorabile arpeggio discendente di ottave.
Un discorso a parte merita la Sonata op. 40. n. 2 in cui Clementi pur mantenendo intatti i cardini fondamentali della forma Sonata, stravolge lo schema classico e introduce un adagio iniziale, cosl come avviene nelle grandi sinfonie di Haydn, e già nell'opera 13 di Beethoven. Questa novità contribuisce a creare quella tensione emotiva in cui tutte le energie vengono raccolte in un momento di grande drammatica stasi prima di sgorgare nel turbine di un Allegro con fuoco in forma Sonata. In questa composizione che assomiglia più ad una fantasia la liberta quasi improvvisativa caratterizza il secondo movimento, mesto patetico di carattere recitativo, un momento di grande pathos emotivo da cui scaturisce il tuono che costituisce l'idea dominatrice che condurrà alla fine. Un drammatico trillo in si minore, un monito ossessivo, interrompe infatti la narrazione meditativa del secondo movimento, e sfocia in un Allegro costituito da canoni in terzine, e repentine scale con continui richiami alla struttura classica. L'urgenza del nuovo pensiero sembra incombere, l'allegro si interrompe ancora e dopo un attimo di quiete e di recitativo, una vera e propria tempesta annunciata dal terribile trillo sembra scatenarsi nel presto finale, abbattendosi con drammatica forza distruttiva e chiudendo la Sonata con un violento arpeggio di si minore discen

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Discografia
David Boldrini
L'artista

DAVID BOLDRINI

Diplomato in pianoforte presso il conservatorio Cherubini di Firenze nella classe di Lidya Rocchetti con il massimo dei voti, la lode e la menzione d' onore.
Contemporaneamente si diploma in organo e composizione organistica presso il medesimo conservatorio studiando nella classe di M. Mochi .
Inizia così a seguire i corsi di perfezionamento tenuti da Bruno Canino presso l' accademia Marziali di Seveso , e dal Trio di Milano presso la scuola di musica di Fiesole, il corso biennale tenuto dal duo pianistico Moreno - Capelli , presso la Musica Interna a Bologna, e risulta allievo effettivo di numerose master tra cui quelle tenute da P. Badura Sckoda a Villa Medici a Milano, Bruno Canino presso gli Amici della musica di Firenze, Fabio Bidini Arezzo .
Nel 2001 studia pianoforte con Vincenzo Balzani presso la scuola di musica di Cantù, e in seguito frequenta il corso triennale presso l'accademia pianistica di Imola " Incontri con il Maestro " nella classe di musica da camera di Pier Narciso Masi .
Studia inoltre per quattro anni pianoforte presso la scuola di musica di Sesto Fiorentino con Pier Narciso Masi .
Vincitore di numerosissimi concorsi . Nel 2001 gli viene conferito il premio " LIONS " in qualità di vincitore assoluto del concorso pianistico Città di Follonica , nel 2003 viene premiato come miglior pianista camerista al concorso Luigi Nono a Torino ( Venaria Reale ). Nello stesso anno è primo assoluto al concorso Rospigliosi e secondo assoluto al concorso Internazionale Valtidone di Piacenza .
Nel 2004 è vincitore assoluto dei concorsi pianistici Di Vicopisano e Nuovi Orizzonti di Arezzo .
Invitato regolarmente come solista e come camerista in prestigiose associazioni, ha suonato per L'associazione Fioravanti di Prato, Il Lycaeum di Firenze , i Concerti del Cicognini di Prato, Associazione musicale lucchese, Estate Frentana, Festival Barocco internazionale - Orchestra sinfonica di Sanremo, I concerti del museo casa Ivan Bruschi di Arezzo, associazione giovani musicisti fiorentini Museo Chiesa di Dante Alighieri, Associazione Damaris di Pistoia, Teatro del lido di Ostia, Agimus Roma, Campus internazionale di musica di Latina, Settimana della musica di Bruxelles. Camerista richiesto da artisti di fama internazionale , collabora al fianco di Maria Luigia Borsi, Andrea Bocelli, Paolo Chiavacci, Brad Repp, Augusto Vismara.
Dal 2005 è direttore artistico dell'associazione Ramimusicali dell'omonima stagione concertistica e del concorso giunto quest'anno alla sua terza edizione .

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