Johann Sebastian Bach
Capriccio sulla lontananza del fratello dilettissimo
Pubblicato nel 1839 da Cari Czerny, il capriccio Bwv 992 è un opera giovanile di J.S. Bach, scritto negli anni 1703, 1704.
Si ritiene che sia collegabile ad un avvenimento della vita familiare del compositore, molto probabilmente il brano fu scritto in concomitanza con la partenza del fratello Joahann Jacob, arruolatosi nell'esercito di Re Carlo Xli come oboista.
E' una composizione di carattere improvvisativo, come la forma Capriccio prevede storicamente. Sulla scia delle forme improvvisative provenienti dalla scuola Italiana, che ha in G. Frescobaldi il maggior esponente. Il Capriccio Bachiano è suddiviso in più parti contrastanti per stile e carattere compositivo. Lo stile rapsodico proprio del Capriccio è a sua volta scandito da titoli descrittivi delle varie parti, per altro questo è l'unico caso in Bach.
Il brano inizia con un Arioso, Adagio:" lst eine Schmeichelung der Freunde, um densenben von seiner Reise abzuhalten". L'aria in forma di dialogo contrappuntistico tra le varie voci sembra rappresentare una lusinga degli amici verso il fratello affinchè desista dalla decisione di partire.
Segue all'Arioso "lst eine Vostrellung unterschiedlicher Casuum, dieihm in der Fremde konnten vorfallen': Questa parte è un fugato ricco di "Stretti" basato su un tema arricchito da trilli e cromatismi discendenti di andamento impervio. Esso rappresenta una prospettiva delle vicende a cui il fratello potrebbe andare incontro in un paese straniero.
Il terzo episodio Adagiosissimo,"lste ein allgemeines Lamento der Freunde': è un lamento generale degli amici, scritto su un basso ostinato che come in ogni "Lamento" si ripete con le variazioni della melodia soprastante, è una pagina di intimo lirismo doloroso, fondata sugli "Affetti" che il cromatismo discendente caratterizza in modo assoluto. E' chiaramente un omaggio alle grandi composizioni su basso ostinato come passacaglie, ciaccone e lamenti di Monteverdi, Rinuccini, Pachelbel, Kerll.
"Allhier kommen der Freunde (wie sie doch sehen, dass es anders nicht sein kann) und nehmen Abschied" è un breve episodio di transizione, in cui sembra che gli amici e persone care, rassegnati a non veder il fratello cambiare idea, prendono congedo da lui.
A questi quattro episodi, descritti con minuziosa attenzione, segue un Aria di Postiglione di carattere esplorativo e sereno che sembra annunciare, con suoni di fanfare ed echi lontani, il viaggio ma anche ad un ritorno.
Ritorno che viene annunciato dagli squilli di note ribattute, che costituiscono il tema gioioso e vittorioso della fuga, che chiude il capriccio. In quest'ultima parte, tutta la sapienza contrappuntistica, che Bach svilupperà nella produzione degli anni a venire, è già presente in tutta la sua forza e completezza. In questa sezione oltre ad approdare un complesso dialogo contrappuntistico, Bach ricorre anche ad una scrittura quasi toccatistica aumentando così la tensione nell'ascoltatore, che a sua volta, assiste ad un finale che rende omaggio alla tradizione improvvisativa per eccellenza, secondo la quale si vanno fondendo e contaminando spesse volte il Ricercare Contrappuntistico e il funambolico Virtuosismo Strumentale.
Concerto Italiano
Il Concerto Italiano Bwv 971 fu scritto da J.S. Bach nel 1735.
Sebbene tradizionalmente la forma Concerto stia ad indicare un assemblea strumentale: "Tutti" chedialoga con un "Solo" rappresentato da un solista, nel suddetto concerto Bach ottiene l'effetto del colloquio tra le due parti attraverso episodi che si sviluppano su vari piani sonori e in diverse sezioni della tastiera.
Dalle trascrizioni dei concerti Vivaldiani e di altri autori italiani Bach aveva correttamente appreso la necessità di una linea melodica cantabile affidata agli episodi del solista che si distinguesse da un tessuto fatto di rigore ritmico e contrappuntistico affidato al "Tutti".
Il Primo movimento inizia, a tal proposito, con un "Tutti" dal vigoroso andamento binario, le suggestive progressioni non esattamente in stile italiano ma contaminate dal gusto nordico cromatico proprio dell'autore conducono al primo episodio del "solo" che con il cantabile affidato alla mano destra si distacca a favore dell'ascoltatore poiché accompagnato da un semplice leggero andamento di ottavi ribattuti nell'ottava centrale, accompagnamento che in orchestra è gestito usualmente dalle viole e dai secondi violini. Il susseguirsi di alternanza tra il Solo e il Tutti comporta l'allontanamento armonico progressivo dalla tonalità di impianto, ogni episodio è scandito dal ritorno dell'assemblea che commenta con tasselli giustapposti, in stile vivaldiano ogni tappa del viaggio melodico e armonico che il solista immaginario compie, tra una stazione e l'altra attraverso complicati virtuosismi e impervie soluzioni, anche polifoniche, che si intrecciano tra il basso continuo e le voci intavolate tra le due mani.
In parte è già quasi definita la struttura del concerto classico, pur non esistendo due esatti temi
contrapposti tra loro, è presente però un materiale espositivo, un percorso di sviluppo e uno di ripresa. L'annuncio del ritornello orchestrale coincidente con l'incipit chiude gloriosamente il primo tempo.
Il secondo tempo, "Andante" è costituito da una melodia accompagnata da un basso ritmicamente omogeneo in ottavi.
Il basso sembra formato a sua volta da un dialogo tra le viole e i secondi violini, che procedono per terze parallele e a volte per moto contrario, e la staticità dei celli e contrabbassi che ribattono le note dei gradi fondamentali della tonalità di impianto. La melodia a sua volta è composta da frasi lunghissime, si ha la sensazione di un canto infinito, arabeschi e continui "Affetti" costellano l'incedere di un canto che finisce ogni volta nell'esatto punto in cui inizia una nuova idea narrativa. L'Andante è bipartito, secondo il rispetto della forma e nella seconda parte di esso, Bach, offre un fulgido esempio di come si debba e si possa infinitamente fiorire una melodia accompagnata. Il terzo tempo "Presto': è di carattere improvvisativo. li "Tutti" e"Soli" si distinguono chiaramente per la quantità di suono prevista, derivante dall'uso più o meno scarno delle voci. A differenza del primo movimento, il terzo tempo implica un dialogo stretto e imitativo tra il basso continuo e la linea solista rendendo l'ascolto più intrigante e a volte drammatico. Il carattere toccatistico e virtuosistico del finale sembra voler chiudere in gloria il Concerto giustificando e sottolineando la grandiosa ed eroica architettura di tutta questa straordinaria composizione.
Concerti adattati alla tastiera presso /a corte di Weimar
Johann Ernest Prinz von Sachsen-Weimar tra il 1711 e il 1713 fu studente presso l'università di Utrecht in Olanda, in quel periodo ebbe modo di recarsi ad Amsterdam e Dusseldorf con la finalità di raffinare i propri studi di ottimo musicista compositore.
Nella Nieuwe Kerk di Amsterdam il Principe Ernest ascoltò le esecuzioni dell'organista Jacob de Graaf grande conoscitore e appassionato del repertorio italiano, celebri erano le sue esecuzioni dei concerti italiani per orchestra che egli adattava all'organo ottenendo con l'uso delle tastiere alternate gli effetti del Concerto Grosso e del Concertino, riscuotendo così grandi apprezzamenti. Con certezza il principe Ernest e l'organista Jacob de Graaf fecero conoscenza, il principe che a sua volta era grande estimatore del repertorio italiano dell'epoca entrò in contatto con diverse partiture di Vivaldi, Marcello, Torelli, Albinoni e Telemann fornitegli dal de Graaf.
Finiti gli studi il principe Ernesto tornò a Weimar con numerosi spartiti di musica italiana, qualcuna stampata qualcuna addirittura manoscritta, sicuramente tra i brani orchestrali c'erano L'Estro Armonico e la Stravaganza di Vivaldi, con essi alcuni concerti di Alessandro Marcello e altri di autori chealcuni musicologi hanno attribuito a Torelli e Albinoni.
Alla corte di Weimar Walther e Bach, organisti e musicisti in carica, particolarmente attratti dalla forma del Concerto e del Concerto Grosso, anche per favorire il principe, trascrissero alla maniera di Jacob de Graaf i concerti italiani per tastiera, alcuni solo manualiter, altri manualiter e pedaliter. Non si conoscono esattamente gli anni precisi dei singoli adattamenti ma gli anni furono quelli tra il 1713 e il 1717.
Il concerto in fa maggiore Bwv 978 consiste nell'adattamento del concerto per violino in sol maggiore n. 3 op 3 dall'Estro Armonico di Vivaldi. Bach traspose il concerto Vivaldiano un tono sotto, forse per motivi inerenti le accordature degli strumenti dell'epoca e i relativi diapason, o forse solo per aver avuto sotto mano una copia in partitura già trasposta un tono sotto rispetto all'originale da de Graaf.
Il concerto Bwv 978 tripartito presenta nei movimenti veloci un tessuto contrappuntistico affidato alla mano sinistra che controbilancia i virtuosismi della linea solistica affidata alla mano destra.
I virtuosismi del basso donano a questo concerto una veste meno sobria rispetto all'idea vivaldiana concentrata sulla valorizzazione della melodia sostenuta da un basso continuo sintetico e leggero. Nel concerto per oboe di Alessandro Marcello Bwv 974 invece la densità di alcuni passaggi dei Tutti è ben contrapposta ai Soli che a loro volta sono adattati con riferimento fedele alla partitura italiana. Alcune parti cheBach aggiunge nei forti dell'assemblea collett iva, sono giustificati dalla necessità di ottenere un suono maggiore su uno strument o come il cembalo che otteneva l'effetto illusivo di un forte solo aggiungendo verticalmente più voci e il piano riducendo le parti fino adunminimo di due. I tempi centrali e lenti dei concerti Bwv 978 e 974, di cui il secondo è celeberrimo, sono adatt at i alla tastiera senza alcun intervento personale e ricalcano in modoassolut o le rispettive partiture da cui provengono. Il Principe Ernest raffinatissimomusicista e compositore assorbì così bene i precetti dello stile italiano che scrisse anche egli 12concerti per violìno e orchestra alla maniera italiana, di questi il concerto in sol maggiore, costituito da un allegro di carattere baldanzoso, un intimo secondo movimento e un brillante e toccastistico finale Presto, fu trascritto da Bach in ben due versioni: Bwv 592 solo manualit er e un altra Bwv 592 manualit er e pedaliter.
DAVID BOLDRINI
Diplomato in pianoforte presso il conservatorio Cherubini di Firenze nella classe di Lidya Rocchetti con il massimo dei voti, la lode e la menzione d' onore.
Contemporaneamente si diploma in organo e composizione organistica presso il medesimo conservatorio studiando nella classe di M. Mochi .
Inizia così a seguire i corsi di perfezionamento tenuti da Bruno Canino presso l' accademia Marziali di Seveso , e dal Trio di Milano presso la scuola di musica di Fiesole, il corso biennale tenuto dal duo pianistico Moreno - Capelli , presso la Musica Interna a Bologna, e risulta allievo effettivo di numerose master tra cui quelle tenute da P. Badura Sckoda a Villa Medici a Milano, Bruno Canino presso gli Amici della musica di Firenze, Fabio Bidini Arezzo .
Nel 2001 studia pianoforte con Vincenzo Balzani presso la scuola di musica di Cantù, e in seguito frequenta il corso triennale presso l'accademia pianistica di Imola " Incontri con il Maestro " nella classe di musica da camera di Pier Narciso Masi .
Studia inoltre per quattro anni pianoforte presso la scuola di musica di Sesto Fiorentino con Pier Narciso Masi .
Vincitore di numerosissimi concorsi . Nel 2001 gli viene conferito il premio " LIONS " in qualità di vincitore assoluto del concorso pianistico Città di Follonica , nel 2003 viene premiato come miglior pianista camerista al concorso Luigi Nono a Torino ( Venaria Reale ). Nello stesso anno è primo assoluto al concorso Rospigliosi e secondo assoluto al concorso Internazionale Valtidone di Piacenza .
Nel 2004 è vincitore assoluto dei concorsi pianistici Di Vicopisano e Nuovi Orizzonti di Arezzo .
Invitato regolarmente come solista e come camerista in prestigiose associazioni, ha suonato per L'associazione Fioravanti di Prato, Il Lycaeum di Firenze , i Concerti del Cicognini di Prato, Associazione musicale lucchese, Estate Frentana, Festival Barocco internazionale - Orchestra sinfonica di Sanremo, I concerti del museo casa Ivan Bruschi di Arezzo, associazione giovani musicisti fiorentini Museo Chiesa di Dante Alighieri, Associazione Damaris di Pistoia, Teatro del lido di Ostia, Agimus Roma, Campus internazionale di musica di Latina, Settimana della musica di Bruxelles. Camerista richiesto da artisti di fama internazionale , collabora al fianco di Maria Luigia Borsi, Andrea Bocelli, Paolo Chiavacci, Brad Repp, Augusto Vismara.
Dal 2005 è direttore artistico dell'associazione Ramimusicali dell'omonima stagione concertistica e del concorso giunto quest'anno alla sua terza edizione .