The 5 Violin Concertos
W.A.Mozart ebbe come primo maestro il padre Leopold, celebre violinista e autore di un metodo per violino pubblicato nel 1756, anno di nascita di Amadeus.
Il piccoloMozartmostrò fin da subito di aver ben appreso gli insegnamenti del padre,che raccontò di un primo viaggio a Vienna, nel 1762, quando Amadeus suonò per un doganiere addetto ai controlli alla frontiera, lasciandolo esterrefatt o.
È probabile che il violino fosse diventato per lui il simbolo di un "comandamento" da parte del padre e ciò potrebbe spiegare perché la produzione di lavori per violino e orchestra sia molto più limitata rispetto a quella per pianoforte e orchestra.
Mozart composeinfattioltre20concertiper pianoforte eorchestra,mentrequelli perviolinosono appena cinque (K 207,211,216,218 e 219).
I concerti per violino mostrano una scrittura di volta in volta sempre più raffinata, soprattutto dal terzo concerto in poi, chesi riflette in particolare sia sulla forma che sulla strumentazione .
Ma sin dal primo lavoro possiamo ritrovare diverse caratteristiche comuni all'intero corpus dei concerti, ove oltre alla vivacità ed all'eleganza ritroviamo un particolare afflato per la cantabilità . Trattasi di concerti brillanti, dall'atmosfera salottiera e aristocratica.
Dunque drammaticità ed eccessiva tensione non possono trovarvi spazio ecedono la scena atemi allegri e gioiosi, ma che rifuggono ogni forma di esagerazione.
Mozart rimane dunque profondamente fedele all'estetica neoclassica.
Dal punto di vista tecnico l'autore si ispira in particolare alle grandi scuole violinistiche dell'epoca, soprattutto quella italiana di Tartini e Locatelli. Coesistono anche diversi elementi di carattere barocco, quali l'alternanza tra il "tutti" orchestrale e i passaggi solistici, tra il piano e il forte, oltre che la presenza copiosa di temi di caratteresorgivo.
L'AllegroModerato delConcerto K207 presenta infatti nell'esposizione orchestrale tutti i temi prin- cipali e la vivacità del tema iniziale risulta particolarmente evidente .
Nell'Adagio seguente ritroviamo poi un modello di stile galante tipico della musica del Settecento, con un riferimento ben chiaro alla forma sonata . Sono presenti infatti gli elementi formali tipici di quest'ultima , quali Esposizione , Sviluppo, Ripresa eCoda.
La dialettica dei temi non è ovviamente quella appassionata e drammatica di Beethoven, ma si svolge nell'ambito di una continua ricerca di equilibrio formale.
Molto interessante il Presto finale, dove l'elemento precipuo diviene il ritmo incalzante, seguito da virtuosismi del solista che però non possono essere paragonati a quelli tipici della scuola francese di Rode e Kreutzer .
Ciò poiché per Mozart la vera bravura del solista consisteva non nella capacità di dominare le diffi- coltà tecniche, ma nel conquistare un suono cristallino e ricco di timbri. L:esibizionismo era dunque messo da parte a favore della ricerca sonora e timbrica .
Il secondo Concerto K211 fu inizialmente considerato un concerto "facile", tranne poi far ricredere i critici musicali, che hanno quasi subito iniziato ad annoverarlo tra i più ardui per il solista, impegnato in passaggi che richiedono grande cantabilità soprattutto nel registro acuto.
Caratteristica questa evidente fin dall'Allegro moderato iniziale, cui segue un Andante dalle ampie
linee melodiche. !:opera si chiude infine con un Rondò finale dalla scrittura particolarmente elegante, che raggiunge vette ancor più alte nel terzo Concerto K 216 e nei due omologhi concerti successivi (K 218 e K 219).
Per la prima volta l'Allegro iniziale si caratterizza per un'ampia esposizione dagli innumerevoli elementi tematici e per uno sviluppo più articolato, specie nei contrasti tra diverse tonalità. L'Adagio è di intensa e struggente cantabilità, simile ad un'aria d'amore, e il Rondò finale appare come una tra le più esuberanti composizioni mozartiane. Una danza in tempo ternario percorre impetuosa l'intero movimento, talvolta con qualche variazione.
Sorprendente e stravagante la parte centrale in tonalità minore: un Andante malinconico cede improvvisamente il passo ad un Allegretto che richiama una danza popolare.
La varietà di temi, episodi ed effetti dona al pezzo vivacità e fantasia, che coesistono felicemente grazie ad un equilibrio formale ricercatissimo, che già lascia presagire lo straordinario sviluppo artistico del genio salisburghese.
I Rondò k 373 in do maggiore è una breve composizione della durata di circa seiminuti, dallo stile anch'esso molto raffinato e addirittura più intimo rispetto ai concerti per violino.
Il tema viene presentato dal solista e poi ripreso dall'orchestra, in alternanza con episodi caratteriz- zati da brevi cambi tonali checontribuiscono a creare un'atmosfera più scura e densa di pathos . Significativo in tal senso l'episodio in do minore, che prelude alla cadenza finale ed alla coda, dove i violini primi chiudono il pezzo con un elegante sfumato, simile ad un'eco.
Il Rondò in si bemolle maggiore k 296 ha una genesi particolare, fu infatti scritto come alternativa al finale del Concerto K 207.
La scrittura appare molto semplice rispetto alla classica forma del Rondò, il tema del violino è di natura cameristica e sempre molto raffi nata .
Le atmosfere sono varie e cangianti e da luminose improvvisamente assumono tratti drammatici. Sorprendente l'ultima parte delbrano,quando il violino el'orchestra sembrano iniziare il ritornello, lasciando invece improvvisamente spazio alla cadenza del solista che si conclude nell'autentico ritornello finale.
Emilio Aversano
Massimo Belli
Ha intrapreso lo studio del violino con il padre, proseguendo poi con Bruno Polli. Si è diplomato a pieni voti e lode sotto la guida di Renato Zanettovich al Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia. Ha se guito i corsi di perfezionamento a Fiesole con il Trio di Trieste e Piero Farulli, e all’Accademia Chigiana di Sie na con Henryk Szeryng. E’ stato allievo per un biennio di Salvatore Accardo all’Accademia di Alto Perfezionamento “W.Stauffer” a Cremona. Premiato in numerosi concorsi nazionali e internazionali, ha debuttato sedicenne al Teatro Politeama Rossetti di Trieste per la Società dei Concerti; in seguito ha suonato da solista e diretto, nelle più importanti sale in tutta Eu ropa, ex unione Sovietica, Turchia e Sud America. Ha interpretato i principali concerti del repertorio violinistico accompagnato da importanti orchestre ed e’ stato primo violino di spalla dell’orchestra Giovanile Italiana, dall’Or chestra Busoni, della Haydn Philarmonia e primo violino e direttore dei Virtuosi dell’Ensemble di Venezia. Il compositore triestino Giulio Viozzi ha dedicato a Mas simo Belli il brano “Tema variato” per violino solo edito da Pizzicato. Ha registrato per radio e tv Italiana, Sovietica, Tedesca, Jugoslava, Brasiliana, Austriaca, e inciso per Sipario Di schi, per Nuova Era, per la Tirreno Editoriale di Lugano. Attualmente incide per Concerto Classics, Brilliant Classi cs e Warner Classics. Ha studiato direzione d’orchestra con Aldo Belli e Julian Kovatchev ed è il direttore della Nuova orchestra da ca mera “Ferruccio Busoni”. E’ professore di violino al Con servatorio di Trieste. Ha insegnato al Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico, ai Corsi internazionali di Cividale ed è stato invitato per delle Masterclass al Conservatorio Re ale di Murcia (Spagna), alla Hoochschule di Mannheim, all’Accademia di Tallin e alla Belarusian State Academy of Musik di Minsk. Recentemente ha diretto i Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino e la Euro Sinfonietta Wien
La Nuova Orchestra da Camera Ferruccio Busoni
La Nuova Orchestra da Camera “Ferruccio Busoni”, complesso storico fondato nel 1965 da Aldo Belli, è una delle prime orchestre da camera sorte in Italia nel dopoguerra e la più antica della regione Friuli Venezia Giulia. E’ un “organismo di interesse regionale e per il 50° anniversario la Regione Friuli Venezia Giulia ha pubblicato il volume sull’orchestra Busoni, intitolato “Oggi come mezzo secolo fa” relativo alla promozione dell’immagine della Regione a livello internazionale. E’ formata da affermati strumentisti, vincitori di concorsi internazionali, che tramandano la civiltà musicale del Trio di Trieste e del Quartetto Italiano di cui sono stati allievi. Nel 2005 e nel 2010 per festeggiare il 40° e il 45° anniversario dell’orchestra, si sono tenuti alcuni concerti con la partecipazione straordinaria del violinista Salvatore Accardo. Il concerto celebrativo per il 50° anniversario, ha avuto come ospite il violinista Domenico Nordio e, registrato dal vivo, è stato pubblicato dalla rivista Amadeus. L’orchestra si è posta all’attenzione del pubblico e della critica tenendo centinaia di concerti in Austria, Slovenia, Croazia, Germania, Svizzera, Russia, Tunisia e Italia, con solisti d’eccezione e nel 2013 ha inaugurato, come rappresentante dell’Italia, il Festival Internazionale Silver Lyre organizzato dalla Società Philarmonica di San Pietroburgo. Ha presentato molte opere in prima esecuzione assoluta, alcune dedicate all’orchestra. Ha registrato 24 CD per case discografiche come Velut Luna, Concerto Classics, Brilliant Classics, Warner Classics, Movimento Classical, Bongiovanni, Suonare News e Amadeus presentando brani in prima registrazione mondiale di importanti compositori come Andrea Luchesi, Giuseppe Tartini, Giulio Meneghini, Alessandro Rolla e altri che hanno avuto prestigiosi riconoscimenti dalle più importanti riviste del settore. L’orchestra Busoni è l’ideatrice e principale interprete delle Mattinate Musicali Internazionali al Museo Revoltella di Trieste, rassegna di musica da camera che vanta ventuno anni di attività. L’orchestra Busoni ha effettuato tournée in varie regioni italiane organizzate dal CIDIM e collabora regolarmente con prestigiosi enti come il Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni di Bolzano, l’accademia di alto perfezionamento Walter Stauffer di Cremona, il Concorso Internazionale Città di Vittorio Veneto e altri. Nel 2018 la rivista Amadeus ha pubblicato il CD contenente due Concerti di Giuseppe Tartini in prima registrazione mondiale registrati dalla Busoni insieme a Laura Marzadori, dedicando agli artisti la copertina. Nel dicembre 2020 e nel gennaio 2021 la rivista Suonare News pubblicato due CD con l’integrale delle opere per violino e orchestra di W.A. Mozart con i grandi giovani talenti dell’Accademia Stauffer.