Bassoon Sonatas
La letteratura per fagotto e pianoforte, pur contenendo opere di alto valore artistico e musicale, non gode della notorietà presso il grande pubblico che un simile corpus di composizioni meriterebbe. Persino se si consultano i principali dizionari di cose musicali, si trova che non dedicano all'argomento che poche righe o lo ignorano del tutto. Una ricerca più accurata riserva tuttavia sorprese: se si scorre l'elenco di composizioni presente in uno specifico volume dedicato al fagotto1,si scopre che a questa formazione sono destinati più di duecento brani, per lo più di autori poco noti, probabilmente esecutori desiderosi di procurare un repertorio al proprio strumento. Non mancano comunque pagine di autori importanti, che spesso si dimostrano veri e propri capolavori. E' il caso della presente registrazione, che offre un'ampia panoramica del repertorio dello strumento con accompagnamento di pianoforte; di primo acchito il materiale musicale registrato s'incarica di smentire il luogo comune che vorrebbe il fagotto relegato a ruoli “comici”, satirici, e quant'altro: si scopre uno strumento dotato di calda cantabilità negli adagi e di funambolici virtuosismi nei passi veloci, uniti ad una versatilità messa in evidenza dall'ampiezza della tessitura, che passa dal basso grave, talora minaccioso, alla particolarissima sonorità del registro acuto. La Sonate pour basson avec accompagnement de piano (1921) è uno degli ultimi lavori di Camille Saint- Saëns; dedicata a Leon Letellier, solista dell'orchestra dell'Opéra di Parigi, è stata pensata, come risulta da una lettera dello stesso compositore «aux instruments peu favorisés» , pour leur donner «les moyens de se faire entendre» [“agli strumenti svantaggiati” per dar loro “i mezzi per farsi sentire”]. Al primo movimento Allegretto moderato, delicatamente elegiaco, segue un inconsueto secondo movimento Allegro scherzando, una sorta di funambolica, vivacissima Giga. Pure il terzo movimento non segue la tradizione sonatistica che vorrebbe un tempo rapido: un pensoso Molto adagio serve da lungo preludio al brevissimo e incisivo Allegro moderato che chiude la composizione. Il ripensamento in senso moderno di precedenti forme musicali, una caratteristica peculiare del Novecento, sembra essere la cifra che informa tutta la registrazione, seppure nelle differenze di linguaggi musicali e tecniche compositive. Henri Dutilleux compone Sarabande et cortege (1942), una forma “barocca” completamente rivisitata in termini moderni in un linguaggio strettamente evolutosi dai modelli francesi di inizio secolo, segnatamente Debussy e Ravel. Alessandro Longo scrive una Suite (1915), pure se il riferimento alla forma barocca rimane una sorta di “omaggio intellettuale” venato di “romantica” malinconia, talora di accesa vitalità, senza alcun riferimento evidente alle forme di danza che costituivano il corrispettivo settecentesco. Altri autori della presente registrazione presentano, come Saint-Saëns, una riproposizione in termini novecenteschi della forma storica della Sonata: si va dalla tecnica dodecafonica della giovanile Sonata for Bassoon and Piano di Glenn Gould (1950), ricca di echi espressionistici, tipicamente schönberghiani, alla Sonate für Fagott und Klavier di Paul Hindemith (1938), con melodie e armonie che apparentemente potrebbero appartenere al repertorio “neotonale” o “neoromantico”, ma che ad una analisi più approfondita si rivelano accuratamente costruite su un solido impianto formale e contrappuntistico. La ricchezza armonica della Sonatine pour Basson et Piano di Alezander Tansman (1952) risulta dalla combinazione di elementi “neoclassici”, con accenti tipici della scuola francese di primo Novecento: aggressive combinazioni di ritmi fra fagotto e pianoforte nel primo movimento di sapore stravinskiano, una pensosa cantabilità nel secondo, un pirotecnico e graffiante Scherzo, molto vivace nel terzo. La Sonatina di Castelnuovo-Tedesco op. 130 (1946), dedicata ad Adolph Weiss, mostra un delicato e sereno melodismo, solidamente costruito su un ricco linguaggio tonale, con sfumature modali di lontana ascendenza pizzettiana, unite nel terzo movimento a temi di caratteristica leggerezza e ironia. Fin troppo scontato sarebbe ascrivere la Toccata di Nino Rota (1974), alla rinomata vena “filmica” del compositore milanese. Vi è ancora una volta il riferimento ad una forma musicale del passato, ma senza traccia degli elementi improvvisativi che ne costituivano l'origine. In realtà ci troviamo di fronte ad un brano solidamente costruito su modelli pianistici di grande incisività ritmica; il fagotto, con melodie ricche di vitalità e di ironia nei veloci e pungenti staccati si spinge spesso nelle regioni estreme della tessitura, come è ben esemplificato nel finale: un'ardita scala verso il registro più acuto, un conclusivo arpeggio nel registro
Nico Fuscaldo
Nico Fuscaldo, 30 anni, si è diplomato e specializzato con la lode e la menzione speciale al Conservatorio Tchaikovsky di Nocera Terinese sotto la guida del maestro Filippo Arlia. Ha partecipato e vinto numerosi concorsi nazionali e internazionali, vincendo premi prestigiosi, come il concorso Clementi di Spoleto, nel quale è stato l'unico italiano sul podio e nel quale ha vinto il premio per la migliore esecuzione di una sonata. Ha seguito numerosi corsi di perfezionamento e masterclass internazionali con i maestri: Roberto Cappello, Riccardo Risaliti, Vincenzo Balzani,Shuku Iwasaki, Leonel Morales, Michele Marvulli, Marcella Crudeli, Andrei Jasinski, Aquiles Delle Vigne ecc. In Italia ha debuttato in numerosi teatri e sale da concerto tra cui: il teatro Greco di Taormina, teatro Menotti di Spoleto, il teatro di Pianello Val Tidone, il teatro Politeama di Catanzaro, la Sala Scarlatti del Conservatorio di Napoli. All'estero ha debuttato nel 2014 in Romania con l'Orchestra Nazionale di Bacau, con la quale ha eseguito la Rapsodia in Blu di G. Gershwin e il Doppio concerto di Mendelssohn per due pianoforti e orchestra. Si è esibito anche in Russia a Vladivostok dove ha suonato il primo concerto di Prokofiev con la Pacific Symphony Orchestra. Ha debuttato inoltre in Egitto alla Cairo Opera House con la Cairo Symphony Orchestra e in ottobre in Messico con l'Orchestra sinfonica di Stato, prima a Toluca e poi a Chalco. Nel 2017 ha suonato di Franz Liszt Totentanz al Teatro Greco di Taormina con l'Orchestra Filarmonica della Calabria. È docente di pianoforte pricipale presso il Conservatorio Tchaikovsky di Catanzaro - Nocera Terinese (Catanzaro, Italia). È il pianista accompagnatore del corso annuale di direzione d'orchestra tenuto dal direttore Filippo Arlia presso l' Accademia Pianistica Italiana a Taormina. È socio fondatore dell'associazione "Orchestra Regionale della Calabria". Ha registrato per Rai Radio 3 la sonata di Franck con il noto violinista Massimo Quarta, il Quintetto di Dvorak n 2 con il Primo violoncello della Scala di Milano Massimo Polidori e nell’ultima edizione di Med radio festival ha registrato per due Pianoforti Les Preludes di Liszt con Roberto Cappello e Rhapsody in Blue con Filippo Arlia. Ha partecipato alla registrazione del disco Pagine inedite con la casa discografica Movimento Classical e con la stessa ha registrato un disco con il Masifula Quartet. Recentemente ha debuttato come solista a Tunisi con l’Orchestra Les Solistes de Megrine e in Bulgaria con la Vratsa Symphony Orchestra. Recentemente Ha debuttato nello spettacolo “Omaggio a Zeffirelli” insieme al noto attore e regista Alessandro Preziosi. Si è esibito nella trasmissione “Uno mattina in famiglia” su Rai 1. Ha inciso un disco allegato alla rivista “Suonare News”, con “ Movimento Classical “ ha registrato le liriche da Camera di Gilda Ruta con il mezzosoprano Monica Carletti ealcune celebri sonate con Gabriele Screpis, primo fagotto della Filarmonica della Scala.
Gabrilele Screpis
Nato a Genova, ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio Niccolò Paganini della sua città, diplomandosi con il massimo dei voti e la lode è attualmente Primo fagotto solista dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano e dell'omonima Filarmonica Fin da giovanissimo si fa apprezzare per le sue doti tecniche ed espressive vincendo numerosi concorsi internazionali. In veste di primo fagotto ha collaborato con i maggiori direttori della scena internazionale quali: Leonard Bernstein, Carlo Maria Giulini, Daniel Barenboim, Pierre Boulez, Riccardo Muti, Lorin Maazel, Zubin Metha, Giuseppe Sinopoli, Riccardo Chailly, Antonio Pappano, Valery Gergiev e molti altri. All’attività in orchestra affianca una carriera in veste di solista ed in formazioni cameristiche. Ha partecipato ad importanti stagioni concertistiche come Il Festival di Aix en Provence, Le Settimane Musicali Internazionali di Napoli, la Stagione da Camera del Teatro alla Scala e dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Ha tenuto concerti in tutto il mondo in prestigiose sale quali la Carnegie Hall di New York, la Tonhalle di Zurigo, la Suntory Hall di Tokyo, la Sala della Filarmonica di San Pietrburgo. E' docente presso l'Accademia del Teatro alla Scala e tiene regolarmente corsi di perfezionamento.