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Silete Venti! - Simone Toni
George Friedrich Händel

Concerti Grossi Op.3 - Concerto Doppio


Concerti Grossi Op.3 - Concerto Doppio
Silete Venti! - Simone Toni
George Friedrich Händel

Concerti Grossi Op.3 - Concerto Doppio



L'album

GEORG FRIEDRICH HANDEL: un oboe e le avventure di un prezioso manoscritto
Mario Marcarini
"[ ... l l ' oboe... per cui (dissel scrissi come un matto tantissima musica... era lo strumento ehe amavo di piu [... l " 1
Anche se nell' esteso e variegato catalogo di Georg Friedrich Handel la musica vocale occupa un ruolo decisamente preponderante , l' ambito strumentale (sia esso orchestrale , cameristico o tastieristicol si caratterizza come una presenza costante , un evidente tilo rosso capace di incastonare tra le colonne portanti della Water Music (1 Suite , 1715) e della Music for the Ro yal Fire works (1749) una serie di capolavori come i ben noti Concerti per organo o i Concerti Grossi dell' 0pera III (pubblicati nel 1734) e dell' 0pera VI (174Dl. Musiche per ballo, Sinfonie avanti l'opera e svariate sonate di una qualita decisamente eccelsa completano un panorama ehe sarebbe sufficiente ad iscrivere il nome del Sassone fra i maggiori di ogni tempo , anche se il Maestro non avesse mai scritto nemmeno una sola nota per la voce. Al tianco delle apere sopra ricordate , tutte ben ser vite dalla musicologia, dalla stampa e pertino dall'industria discografica, esiste una serie di partiture (alcune spurie, altre sicuramente autogratel rimaste
escluse dalla divulgazione e spesso anche dallo studio degli specialisti. Tra queste citeremo , e non casualmente, almeno tre concerti in cui l' oboe solista eprotagonista: due apparvero a stampa nel 1740 (concepiti nella tonalita di Si bemolle, vi si ritrovano materiali tematici afferenti ai Chandos Anthems ), l'ultimo (in sol minorel tu tardivamente pubblicato nel 1863, riportando il 1703 come data di composizione .2 l:oboe, strumento tra i piu amati da Handel,
e spesso elevato al rango di strumento concertante all'interno dei melodrammi, ed e il protagonista indiscusso
dell' 0pera 111, ehe non a caso a partire dalla meta del Settecento viene spesso denominata "Concerti per l'oboe". 1 Concerti Grossi dell' Opera III furono pubblicati nel 1734 dall' editore londinese John Walsh; la raccolta ebbe una genesi assai curiosa: Handel era al tempo il compositore piu in voga a Londra , e la musica composta su stilemi italiani era molto apprezzata in Gran Bretagna , sulla scia dei successi della scuola di Corelli e del suo portabandiera oltremanica, Francesco Geminiani. Walsh chiese al Compositore sassone di realizzare una raccolta di concerti da immettere su un mercato sempre piu avido di pagine ideate nel gusto italiano. Handel, come sempre pressato dagli impegni, consegno pragmaticamente nelle mani dell' editore un tascio di manoscritti di diversa origine , alcuni dei quali probabilmente scritti proprio a Firenze piuttosto ehe a Roma durante il piu lungo dei suoi soggiorni italiani. La collazione dei pezzi tu operata - pare - dall' editore stesso ; per raggiungere il numero canonico di sei partiture la prima edizione riportava anche una composizione dovuta ad un autore ignoto; si tratta del Concerto No. 4, successivamente sostituito da un originale del Compositore tedesco.dei massimi ingegni musicali d'ogni tempo, in cui l'esperto conoscitore non manchera di individuare (autol citazioni provenienti dai melodrammi, dagli oratorii e perfino dalla musica sacra e spirituale del Sassone.
Lo stesso clima si avverte fin dagli esordi del mirabile Concerto doppio per oboe, fagotto , archi e bassa continuo (Concerto doppiol ehe qui viene offerto in prima registrazione mondiale. Lo splendido manoscritto , custodito a Kiev, ascrive con certezza la paternita del lavoro ad Handel, riportando in frontespizio la dicitura: "Concerto doppio di Signor Händel". In effetti non abbiamo notizie certe ne sulla data di composizione ne sull'autenticita dell' attribuzione ; la partitura , come afferma Simone Toni, autore del ritrovamento, faceva parte di una grande collezione musicale tedesca (probabilmente quella della corte di Federico il Grande di Prussial ehe venne saccheggiata dai russi a seguito dell'invasione di Berlino al termine della seconda guerra mondiale, al pari di numerose altre , come ad esempio la Sing-Akademie zu Berlin recentemente al centro di un'appassionante restituzione .3 La musica attribuita ad Hande,l assieme a moltissime altre apere d'arte, prese dunque la strada dell'Unione Sovietica, passando inosser vata nei burrascosi ultimi anni di guerra. Al suo arrivo a Kiev anche il nostro Concerto doppio con burocratica precisione e con disprezzo per le regale elementari della conservazione dei manoscritti venne timbrato in tutti i suoi fogli e quindi diligentemente inscatolato , in attesa , per piu di sessant'anni , ehe qualche studioso potesse nuovamente restituirlo alle sale da concerto. La prima esecuzione in epoca moderna su strumenti originali ne mette in luce la freschezza, l'invenzione tematica prorompente e la maestria ehe conduce una mano gia piu ehe esperta nell'immaginare dialoghi serrati tra i due solisti, a cui nei tempi veloci sono richiesti virtuosismi capaci di mettere alla prova anche gli esecutori piu esperti. La concezione formale, ehe pre vede una suddivisione in quattro tempi ed un'orchestra il cui organico ricorda molto da vicino quello tipico della scuola romana di prima Settecento conducono a collocare la partitura negli anni in cui Handel si trovava nel nostro Paese; mancando ogni genere di documenta ehe attesti la composizione di questo lavoro da parte del Sassone, ed essendo il frontespizio l'unica fonte ehe lo indichi come autore del Concerto doppio, dobbiamo forzatamente astenerci dall'assegnare al Tedesco (se non in forma dubitatival la paternita di una pagina ehe tuttavia colpisce al prima ascolto per la tensione ritmica, per il virtuosismo trascendentale assegnato non esclusivamente ai solisti ma a tutto l'ensemble, e per la capacita di esporre i temi con una chiarezza in grado di imporsi immediatamente alla memoria, caratteristiche tutte degne di far figurare quest ' opera fino ad oggi sconosciuta tra le gemme della letteratura strumentale del Settecento.

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Discografia
Silete Venti!
L'artista

L’orchestra Silete Venti! nasce a Milano dagli ideali e dai valori musicali e umani di Simone Toni. Orchestra fatta di affetti, di strumenti che vibrano insieme nel desiderio di ritrovare il magico potere che i suoni avevano sulle anime nell’amato secolo dei Lumi. Ci muove il sentire di entrare in contatto fisico con i luoghi e con le persone che ascoltano, donando e ricevendo al contempo emozioni. Un’orchestra che risponde alle teorie di Mesmer e che ha come riferimento il cielo stellato di Kant. Un’orchestra in cui è inestinguibile e continua la ricerca sugli strumenti, sulla loro personalità, sull’ alchimia dei suoni. Suoni attraverso i quali sia possibile entrare in contatto con l’invisibile. Con passione, sete di conoscenza, con la curiosità dei puri. Lontani da qualsiasi atteggiamento accademico e “ministeriale”. Riportando alla luce dinamiche e colori inauditi, di cui si è persa la conoscenza e che rappresentano una ricchezza di inestimabile valore. Ricreando con le vibrazioni quel mondo, il suo antico incanto, soffiando via la spessa coltre di polvere depositata dal tempo e dalla morale, per tornare “a casa” e con noi trasportare nel tempo l’ascoltatore.

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Simone Toni
L'artista

Simone Toni
Simone Toni– oboista, direttore e fondatore dell’ensemble Silete Venti!– usa il suo «angelo di avorio» (copia di un pregiato strumento di JohannesMariaAnciuti) come una macchina del tempo, che gli permette di rivisitare quel Settecento per il quale prova un’affinita` innata, ma anche di raggiungere dimensioni diverse.

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