Modern Studies for guitar an Italian approach
Modern Studies for guitar an Italian approach
Nato come tipo di composizione volta a esercitare un particolare aspetto della tecnica strumentale, lo Studio si sviluppò, a partire già dal XIX secolo, come forma musicale indirizzata a far parte del grande repertorio da concerto. Trattandosi di musica espressamente vincolata alla natura di uno strumento musicale, rivela in fondo anche l'idea che di esso l'autore nutre riguardo al suono e al profilo idiomatico. Da questo punto di vista la produzione di Studi offre un ulteriore e prezioso motivo di approfondimento nell'esame e nella valutazione della letteratura strumentale. Senza scomodare gli autori che offrirono la propria opera al violino, al pianoforte o ad altri strumenti, gli esempi di Fernando Sor, Mauro Giuliani, Giulio Regondi o Francisco Tàrrega bastano a dare conforto a questa considerazione per quanto concerne la storia della chitarra. Il programma contenuto in questo CD è interamente dedicato ad autori italiani vissuti in epoca moderna, dall'inizio del '900 ai giorni nostri. Difficile dire se sia delineabile un preciso ltalian style nella composizione di Studi per chitarra, certo è che nel percorso che qui si cerca di tracciare è rinvenibile una linea di continuità. Mario Castelnuovo Tedesco, dopo aver scritto decine di opere per le sei corde, a partire dall'incontro con Andrès Segovia, nella parte finale della sua carriera pensò a un ciclo di composizioni didattiche. !'.esplicito invito gli venne da Ruggero Chiesa nella primavera del 1967. La serie di Appunti che venne concepita non arrivò purtroppo a conclusione causa la scomparsa del musicista fiorentino. Fra i brani che videro la luce ecco gli studi sugli intervalli che in alcuni casi assumono la forma della musica a programma, con sottotitoli utili a rivelare il riferimento che li ha ispirati. Confermano una matura e sapiente capacità di scrittura per uno strumento che Castelnuovo Tedesco non suonava, messa al servizio di un inconfondibile e straordinario stile musicale che ha impreziosito il repertorio per chitarra. Una dedica a Franco Margola, che Castelnuovo Tedesco sottoscrisse il 10 maggio 1935 su una copia delle sue musiche di scena per il dramma Savonarola, rappresenta un'interessante conferma di un rapporto non solo formale fra i due compositori. Non risultano altri contatti fra i due musicisti, evidentemente ostacolati dal forzato esilio del musicista fiorentino negli Stati Uniti. Il documento conferma tuttavia la partecipazione di entrambi a un milieu artistico-culturale di cui faceva parte anche Alfredo Casella, compositore che esercitò una profonda infiuenza sullo stesso Margola. Nella copiosa produzione per chitarra del musicista bresciano troviamo una serie di brevissimi Otto studi da concerto, pubblicati dall'editore Zanibon nel 1970, che spiccano per una straordinaria capacità di sintesi e per la capacità di offrire efficacemente, alle dita e all'immaginazione del chitarrista, quell'idea di suono dolce e crepuscolare che contraddistingue la produzione margoliana. Coevo di Castelnuovo Tedesco, Giorgio Federico Ghedini, insieme al già citato Casella, Malipiero, Respighi, Alfano e Pizzetti - con cui condivide l'appartenenza alla cosiddetta "generazione dell'ottanta" - si impegnò per ridare centralità alla musica strumentale, traendo ispirazione in particolare dal patrimonio italiano cinque-seicentesco. Nel 1959 scrisse lo Studio da concerto, purtroppo unica composizione dedicata alla chitarra. Una vivacissima sezione toccatistica si incastona al centro di una forma tripartita, nella quale l'ultima parte richiama esplicitamente la prima nella veste di variazione con ornamentazioni, alla maniera barocca. Il carattere delicatamente ieratico che caratterizza in particolare queste due sezioni trae beneficio dal ritmo lento e dalla proposta di intervalli e stilemi dal sapore arcaico, non nuovo nell'opera del compositore piemontese. L'interesse per la chitarra non fu certo marginale anche per Bruno Bettinelli: oltre a un buon numero di opere per chitarra sola e brani cameristici con chitarra, egli arrivò a scrivere un Concerto per chitarra e orchestra. La serie di 12 studi da cui sono tratti i 3 qui registrati nasce con l'obiettivo di mettere a fuoco, in ogni brano, i diversi elementi che caratterizzano la composizione musicale: il ritmo, la monodia, le note ribattute, gli accordi... Nel contesto di questo progetto discografico il contributo di Bettinelli risalta per la testimonianza di come il linguaggio marcatamente atonale sposi appieno le risorse espressive della chitarra, forse più a proprio agio qui che nella musica del XVIII e XIX secolo. Tutti gli autori fin qui elencati appartengono alla categoria dei "compositori non chitarristi". Il programma si completa quindi con la produzione di tre chitarristi attivi anche nel campo della composizione. Mario Gangi, docente di chitarra al Conservatorio di Roma, nella parte conclusiva del suo Metodo per chitarra, propone 22 studi per chitarra, dalla forma assai varia, che vanno a toccare diversi aspetti della tecnica strumentale. La sua attività di interprete e di compositore si è svolta sempre avendo a cuore un modo personale di coniugare il linguaggio "classico" con quello "extra-colto" (in particolare quello jazzistico): i suoi Studi non sfuggono a questo tipo di intento. La feconda e multiforme attività di Angelo Gilardino, a lungo insegnante presso il Conservatorio di Alessandria, ha prodotto una corposa serie di 60 Studi di virtuosità e trascendenza. La meticolosa cura nello scandagliare le innumerevoli potenzialità espressive e tecniche della chitarra non tradisce la cifra stilistica della sua musica, sognante e malinconica. Il suono della chitarra di Gilardino, nel privilegiare le risonanze fra le corde dello strumento in un'ottica per certi versi statica, sembra riservare minore importanza all'uso del "vibrato" e di risorse espressive che caratterizzano differenti approcci estetici. Approcci che emergono anche in Studi compresi in questo stesso progetto discografico. Completa il contenuto del CD una serie di 7 studi inediti scritti dal sottoscritto, ognuno dedicato a un particolare aspetto della performance musicale.
Eros Roselli
Il chitarrista Eros Roselli si è formato con Ruggero Chiesa e ha vinto premi e riconoscimenti ufficiali al Concorso di Savona, di Lagonegro, “F. Sor” di Roma, al Premio Fundaciòn Guerrero di Madrid e in altre competizioni. Ha all’attivo una lunga serie di concerti e ha tenuto master class in Italia, Svizzera, Germania, Austria, Spagna, Croazia, Slovacchia, Unghe-ria, Lituania, Russia, Inghilterra, Danimarca... American Record Guide di lui ha scritto “superb Italian guitarist Eros Roselli is a first-rate musician and he offers probing interpretations of even the most unassuming miniatures, employing his supple sense of phrasing, pristine articulation, and full tone to remarkably satisfying effect”. Musicista dai molteplici interessi Eros Roselli si dedica da alcuni anni anche alla composizione. Laureato in sociologia all'Università di Trento con una te-si sulla musica contemporanea è docente di chitarra presso il Conservatorio di Musica di Padova. L'esperienza maturata in diversi incarichi di rilievo istituzionale (compreso quello di Direttore) l'ha portato a scrivere un libro sulla riforma dei Conservatori di musica intitolato Uscire dal ghet-to?, pubblicato nel 2015 da Armando editore e un secondo lavoro nel 2018 intitolato Musica e Conservatori, come superare una crisi di sistema?.