Goldberg Variations BWV 988
Non v'è dubbio che le Variazioni Goldberg, scritte nella tonalità di sol maggiore tra il 1741 e il 1745, siano il traguardo più elevato della speculazione filosofica di Bach riguardo la profonda corrispondenza tra musica e matematica.
Si compongono di un'Aria iniziale con funzione di introduzione del tema, che sarà soi oggetto di 30 variazioni. La stessa Aria si ripresenta alla fine come conclusione dell'opera. È facile osservare che 30 è il prodotto di tre per dieci e a tal proposito, data la premessa iniziale, non possiamo che confermare che la simbologia del numero 3 è costante ed al contempo affascinante. Il numero tre rappresenta il segno spirituale della creazione, poiché simboleggia l'azione della divinità nel mondo. Ogni essere, uno nella sua essenza, è doppio nella sua polarità e triplo nella sua struttura. E non è un caso, dunque, che nella maggior parte dei casi l'indicazione di tempo è di tre battiti per misura. Solo talvolta si presenta l'indicazione di due battiti per misura e cosi facendo il rapporto delle frequenze è quasi esattamente di 3/2, rispecchiando perfettamente la simbologia del numero tre appena richiamata.
Il 10 simboleggia la completezza che si può riassumere nel cerchio, figura geometricamente perfetta. Analizzando tutti e 32 i brani, appare chiaro che riportano tutti la stessa linea di basso dell'Aria e sono a loro volta lunghi 16 o 32 battute , tranne la variazione 16, composta di 48 battute (16+32). Essa diviene cosi il centro d'attrazione dell' intera composizione. Non sfugge all'attenzione degli interpreti che ogni terza Variazione è un Canone, con due voci che si inseguono eguali a distanze crescenti, all'unisono, alla seconda, alla terza e cosi via.
Tali rapporti matematici, che per primo Pitagora indagò in tempi lontani, fanno si che la musica sia un tutt'uno con i moti dell'anima e sovrintendono dunque allo sconfinato universo emozionale che caratterizza ogni essere umano. Chi ascolta le Variazioni Goldberg viene infatti trascinato in un'onda sonora che fonde Invenzione e Logica, Pathos e Logos, melodia e armonia, in una perfetta unione tra il microcosmo, che rappresenta l'essere umano, e il macrocosmo, ovvero l'Universo, simboli la cui origine si perde nella notte dei tempi e che sono ampiamente diffusi nei rituali rosacrociani e massonici. Tutta questa straordinaria complessità e le armonie "anticamente polifoniche" furono alla base della cosiddetta "Bach Reinaissance", che ebbe luogo solo nel 1800 dopo un periodo in cui il grande compositore fu colpevolmente dimenticato. L'avvento di Felix Mendelssohn, suo connazionale, contribui in maniera decisiva alla rivalutazione della sua musica e del suo pensiero, che fanno del cristianesimo una religione dell'uomo che mira al divino.
Massimo Polidori
Massimo Polidori, primo violoncello dell'Orchestra del Teatro alla Scala e fondatore del Trio Johannes è nato a Torino da una famiglia di musicisti ; ha iniziato i suoi studi con il Maestro Renzo Brancaleon nel conservatorio di Torino , diplomandosi in violoncello con il massimo dei voti. A sedici anni ha esordito come solista insieme all’Orchestra Filarmonica di Sofia e successivamente si è esibito come solista con l’Orchestra da Camera di Mantova, la Camerata Bern, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, l’Orchestra Cherubini e la Filarmonica della Scala. Nel febbraio 2000 viene scelto dal Maestro Riccardo Muti come primo violoncello dell'Orchestra del Teatro alla Scala. All’attività artistica affianca l’insegnamento : è stato titolare della cattedra di violoncello presso il conservatorio di musica di Friburgo ha insegnato alla Mahler Academie Attualmente ricopre l’incarico di docente presso l'Accademia di Perfezionamento per professori d'orchestra del Teatro alla Scala.
Elena Faccani
Nasce a Bologna nel 1976, si diploma in violino al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano e in viola al Conservatorio “Giuseppe Nicolini” di Piacenza. Ha seguito corsi di perfezionamento e masterclass con Corrado Romano, Miriam Fried, Giuliano Carmignola e Franco Gulli. Nel 1997 ha vinto il secondo premio alla Rassegna Violinistica di Vittorio Veneto; nel 1998 le è stata assegnata una borsa di studio triennale dalla De Sono, che le ha permesso di frequentare l’Accademia di Perfezionamento Musicale “Lorenzo Perosi” di Biella sotto la guida di Francesco Manara e di Ana Chumachenko, diplomandosi con il massimo dei voti e menzione speciale. Primo violino dell’Orchestra Accademia della Filarmonica della Scala nel 2001 ha vinto il concorso indetto dal Teatro alla Scala e presieduto da Riccardo Muti, entrando a far parte stabilmente dell’Orchestra nella fila dei primi violini. Come viola solista ha eseguito la Sinfonia Concertante di Mozart con l’Orchestra Regionale della Toscana. Le è stato assegnato il premio “Barbirolli” (per il concorrente con il miglior suono) alla nona edizione del Concorso Internazionale per viola “Lionel Tertis” (Gran Bretagna).
Laura Marzadri
Nata a Bologna nel 1989 Laura Marzadori vince il concorso internazionale per primo violino di spalla dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano all’ età di 25 anni. Oltre all’ impegno alla Scala svolge attività solistica che la vede tenere concerti in tutto il mondo collaborando con direttori di fama internazionale. Si è imposta giovanissima all’attenzione di pubblico e critica vincendo a soli 16 anni il più importante concorso violinistico nazionale: il Premio “Città di Vittorio Veneto”. Nel 2013, col Trio AMAR, assieme a Leonora e Ludovico Armellini, ha ricevuto il “XXXII Premio Abbiati” dedicato a Piero Farulli. Appassionata di musica da camera ha collaborato con Salvatore Accardo, Pavel Berman, Rocco Filippini, Mario Brunello, Bruno Canino, Antonio Meneses, Antony Pay, Andrea Lucchesini e Bruno Giuranna e con diversi colleghi della Scala. Nel 2007 ha fondato insieme alle sorelle Sara e Irene il trio delle Sorelle Marzadori con cui interpreta il repertorio per trio d’archi. Nel 2010 ha eseguito in anteprima mondiale a New York il concerto per violino e orchestra in La magg. P.49 di Respighi . Nel 2012, con l’Orchestra Città di Ferrara diretta da Marco Zuccarini, ha eseguito in anteprima italiana, il concerto per violino e orchestra di Ermanno Wolf Ferrari, registrato dal vivo e inciso e nel 2013 il concerto per violino Op.20 di Leone Sinigaglia. Ha inoltre inciso due concerti inediti di Tartini con l’Orchestra da camera Ferruccio Busoni diretta da Massimo Belli.
Suona un violino Giorgio Serafino del 1748 di proprietà della Fondazione Pro Canale.