Esiste un elemento che accomuna tutte le trascrizioni musicali, indipendentemente dalla capacità compositiva dei loro creatori. Un elemento non musicale, ma umano. Ed in quanto elemento umano è un motore al quale nessun compositore può sottrarsi: il desiderio umano di appropriarsi di ciò che si ama. Quando mi domandano la ragione che mi ha indotto a trascrivere Le Quattro Stagioni di Vivaldi, la mia risposta è "perché non so suonare il violino". E tutto sommato con questo esaurisco i miei argomenti. A 14 anni, entrai per la prima volta in contatto con l'Inverno di Vivaldi e da allora il suo gelo non ha mai smesso di farmi tremare. Decisi così che prima o poi avrei dovuto appropriarmi di quella musica, rubarla e, con le mie mani, trasformarla affinché anch'io potessi viverla da artefice e non soltanto da ascoltatore. Credo che qualsiasi trascrittore sia stato spinto dal mio stesso impulso e mi risulta impensabile che Bach, Liszt, Busoni possano essersi cimentati nella trascrizione di opere che detestavano. Prima che i lettori di questo testo diventino gli ascoltatori di questo disco, vorrei aggiungere un'altra considerazione. Esso contiene trascrizioni mai trascritte neppure parzialmente, su spartito. In questo non c'è merito alcuno, semmai c'è la pigrizia di non voler riportare su pentagramma quello che la mente ha già impresso in sé. Ma vi è anche la libertà di poter lasciare spazio all'estemporaneità. Questo disco, che contiene trascrizioni, è esso stesso una trascrizione. Trascrizione delle mutevoli intenzioni musicali che mi animano, le quali sono a loro volta trascrizione dell'emozione primigenia da cui è scaturito questo lavoro. Considerando dunque che il risultato finale di questo progetto è almeno la quarta generazione dei capostipiti Vivaldi e Piazzolla, è inevitabile che possa essermi allontanato di molte leghe dal porto di partenza. In questa traversata, ho cercato di non approfittare troppo dei mezzi digitali che la modernità ci offre (ci impone) e di proporre una registrazione che rimanesse autentica. Spero così di aver salvaguardato anche l'autenticità del sentimento generatore.