A piano Journey
Caminante no hay camino, se hace camino al andar...Così recita la poesia Cantares di Antonio Machado, tanto cara a chi intraprende il cammino di Santiago: "Pellegrino non esiste il cammino ma solo il camminare". Non è quindi importante la meta ma la strada che sì percorre giorno dopo giorno, con i piedi ma anche con la propria spiritualità. E qualcosa di simile riecheggia anche in questo disco nel quale l'ascoltatore è guidato all'interno di mondi sonori diversissimi tra loro, apparentemente senza una logica definit a, tra '800 e '900 per poi ritornare a quel '700 che vede in Domenico Scarlatti maestro indiscusso.Se ci aggiungiamo poi un'inedita trascrizione dalla Bella Addormentata di Tchaikovsky, accostata al suo notturno op.19 n°4, allora il cerchio si chiude: l'interprete, il pianista Gianluca Imperato, al debutto assoluto con questa etichetta, non solo viaggia con i suoi tempi, le sue idee, le sue emozioni ma va anche oltre, ci mette del suo senza la paura del confronto con chi l'ha preceduto. E se il viaggio è il centro di questa registrazione non poteva certo mancare Franz Liszt. Con la seconda ballata siamo nel 1853, nel pieno periodo di Weimar, dopo i faticosissimi anni delle tourneè concertistiche che avevano visto Franz, "il primo pianista concertista della storia della musica", sballottolato qua e là in ogni angolo d'Europa. La musica di Liszt acquisisce sempre di più quella fisionomia contrastante di luce-ombra, divino-malefico che resterà un cardine della sua produzione fino agli ultimi esempi de La lugubre gondola o Nuages gris. Poco importa allora se nell'ascolto di questa ballata sia da tenere in considerazione la suggestione letteraria del mito classico che racconta l'amore tra Ero, sacerdotessa di Afrodite, e il giovane Leandro, che ogni notte raggiunge a nuoto la sua amata guidato da un flebile lumicino. Il mito di amore e morte, tanto amato dagli artisti romantici, fornisce solo l'orizzonte simbolico di questo brano virtuosistico. Da chi ha viaggiato tanto con treni e carrozze a chi lo ha fatto nella sua arte alla ricerca di un ideale di musica "totale". Aleksandr Scriabin, "palesemente un folle, pieno di tic e incapace di stare fermo a sedere" secondo la testimonianza di Vladimir Horowitz, fu artista sui generis nel panorama musicale a cavallo tra '800 e '900. Basti pensare all'influenza nella sua musica delle teorie superomistiche, la teosofia e il misticismo. Per non parlare della sua teoria che pose in stretta relazione i colori con le note musicali e della monumentale opera "multimediale", progettata poco prima della morte, che avrebbe dovuto aver luogo sulle vette dell'Himalaya: un'opera "totale" nella quale tutti i sensi sarebbero stati coinvolti con suoni, danze, luci e profumi. Il primo Scriabin, quello dei brani scelti in questo disco, è in realtà un compositore ancora fortemente legato alla tradizione e in articolare a Frederic Chopin, visto come vera e propria fonte d'ispir azione. Ecco allora spiegato l'utilizzo nei preludi op. 11 dello stesso percorso armonico dei preludi op. 28 del compositore polacco; ma anche l'evidente parallelismo tra l'impervia fantasia op. 28e la fantasia op. 49 o tra lo studio op.8 n°12e il "rivoluzionario" op.10n°12.Si tratta in taluni casi di vera e propria simbiosi, come quando Scriabin si dedica alla forma chopiniana per eccellenza tirando fuori dal cilindro il meraviglioso notturno op. 9 perla sola mano sinistra in re bemolle maggiore, guarda caso la stessa tonalità del celeberrimo op. 27 n° 2 presentato in questa registrazione. E se passando a Sergej Rachmaninov ci si attende opere di un pianista-compositore che si affida semplicemente a melodie turgide e lirismo a non finire, ci si sta sbagliando di grosso. Gli "Etude Tableaux op.33" ci continuano a parlare di musica che supera il limite del mero ascolto. Il connubio musica-immagine(tableaux), l'idea di produrre "evocazioni musicali a partire da stimoli visivi esterni" non deve essere però inteso nell'idea scriabiniana vista poc'anzi. Lo stesso Rachmaninov chiarisce: "Non credo che l'artista debba svelare troppo di queste immagini. Bisogna lasciare l'ascoltatore libero di dipingere per sé ciò che la musica più gli suggerisce". Un Rachmaninov, quindi, che esalta la libertà immaginifica dell'ascoltatore esattamente come farà Claude Debussy nei suoi due libri di preludes, scrivendo il titolo di ogni composizione solo alla fine, mai all'inizio. E tanto va l'immaginazione con il n° 3 e il n° 8, due dei più struggenti del ciclo, che mettono il pianista a dura prova sia perle posizioni delle mani poco convenzionali sia perla tenuta emotiva. Lo stesso si potrebbe dire per un altro monumento, sempre più presente nei repertori di pianisti e orchestre contemporanee. La Valse di Maurice Rave], scritta nell' inverno tra il 1919 e il 1920, è opera che risente moltissimo del momento difficile in cui versa il compositore, colpito da abbattimento fisico e morale in seguito alla fine della guerra e alla morte della madre. Diaghilev, impresario dei Ballets russes, gli aveva commissionato un "poema coreografico" ma quello che venne fuori fu ben lontano dalle sue attese. La gentilezza e la frivolitè del valzer viennese alla Strauss junior (da cui peraltro Rave! prende ispirazione), lascia il posto a terru sì leggeri ma il cui slancio verso il culmine parossistico rivela qualcosa di oscuro e tormentato , già prefigurato dal sordo mormorio iniziale. Impresa del pianista è qui quella di far dimenticare la versione orchestrale e di "toccare" il pianoforte attraverso quei sentieri ardui e rischiosi che sono però capaci di tirare fuori le infinite sfumature timbriche dello strumento. Caminos sobre la mar("Cammini sopra il mare") ci dice Machado ma il pianista-viandante non si scoraggia difronte a nulla.
GIANLUCA IMPERATO
Nato nel 1981 Gianluca Imperato dopo aver conseguito una laurea di secondo livello al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli con il massimo dei voti ha iniziato gli studi in Germania sotto la guida del professor Matti Raekallio e proseguendo poi presso dell'università Chopin di Varsavia con la professoressa Alicia Paleta-Bugaj. Ha perfeziionato lo studio seguendo le lezioni con il professor Boris Petrushansky e Roberto Plano e Donatella Sollima e Antonio di Cristofano. Gianluca Imperato ha realizzato registrazioni dal vivo per "Radio Popolare" e "Radio Classica". Il suo primo cd, "A piano Journey" che include musiche da Scarlatti a Ravel per l'etichetta "Movimento Classical" che è stato molto apprezzato dalla critica e ha avuto un accoglienza entusiastica da parte del pubblico e della critica . Nel 2017 ha pubblicato l'album "Reinhold Gliere piano works" per "Brilliant Classics" che include diversi pezzi nella registrazione in anteprima mondiale . Gianluca ha vinto molti prestigiosi concorsi pianisti internazionali ed è stato premiato con diverse borse di studio tra cui la borsa di studio della Fondazione G.Solti (2012) e la borsa di studio offerta dal Ministero degli Affari Esteri italiano. Si esibisce regolarmente in alcune delle istituzioni più conosciute d'Europa tra cui la "Società dei concerti" di Milano, Chopin Society (Varsavia), Ravello Concert Society,Cervo festival, Fondazione Santa Cecilia di Portogruaro e nelle importanti sale da concerto come "Chopin Hall",Parco Lazienki (Varsavia), Conservatorio G.Verdi, Palazzo delle stelline (Milano),Teatro Jofre de Ferrol (Spagna) , Auditorium M.Ravel Paris.