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Trio Johannes
Ravel

Opere da Camera


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L'album

"Credo che questa sonata segni una svolta nell'evoluzione della mia carriera. La sopilazionevi è spinta all'estremo e comporta la rinuncia al fascino dell'armonia e un orientamento sempre più pronunciato in direzione della melodia". Dopo le illuminanti parole di Maurice Ravel nei suioi Esquisse autobiogaphique, non penso sia necessario aggiungere molto altro per raccontare questa strepitosa Sonate per Violino e Violoncello che costò all'autore più si un anno e mezzo di lavoro. La rinuncia all'armonia e alla sua seduzione, un autolimitazione operata componendo a due sole voci per privilegiare gli intrecci tra i due strumenti (a tratti difficilmente distinguibili nel registro acuto, la parte del violoncello à infatti di grandissima difficoltà esecutiva), creando un"labirinto melodico" come suggerisc Restagno nel suo fondamentale testo su Ravel(1). Una sorta di distillato contrappuntistico dove ogni nota vive e si muove in duo con una sola voce. Duo era anche il titolo della prima sonata, la cui prima esecuzione avvenne il 6 aprile del  1922 come interpreti Hélène Jourdan-Morhange al violino e Maurice Maréchal al violoncello. Nelle lettere di Ravel si trovano notizie delle sonate per violino e pianoforte dal gennaio 1924, ma l'autore le completò solo nel gennaio 1927. Ravel aveva già composto una sonata per questo organico negli anni giovanili del Conservatorio nella classe di composizione di Gabriel Fauré, ma non ritenne di eseguirla nel suo catalogo e fu pubblicata solo nel 1975 con il titolo di Sonate postuma:il primo movimento è basato su due temi principali di grande bellezza e lirismo. il primo quasi disegnato come un dolce e sinuoso contorno di colline, il secondo più arcaico e statico grazie alle quinte vuote del pianoforte che creano un atmosfera arcana sotto il tema quasi struggente del violino. A puntellare tutto il primo tempo in continui intrecci tra violino e pianoforte, è però l'idea che rappresenta la nostalgia per la campagna francese provata dall'autore durante un viaggio in nave per l'Inghilterra e che viene definita dallo stesso Ravel simile a un "verso di gallina": un inciso moòto ritmico, quasi omeopatico grazie all'utilizzo di un acciacatura, Il secondo movimento è un Moderato che Ravel intitolerà Blues rivelando con questa scelta le influenze della musica afroamericana d'oltre oceano che ormai avevano ampiamente contaminato il gusto musicale europeo. Il violino inizia quasi come un bajno, pizzicando accordi dagli accenti sfalsati mentre il pianoforte, dopo molte battute di attesa, suona quasi con distacco una quinta vuota al basso, solitaria ed enigmatica (vedi il secondo tema del primo movimento) e ancor più basso compare un ritmo puntato che dà immediatamente lo swing al brano. Il violino sembra poi inprovvisare una melodia jazz, con tanto di glissandi e ricariche di suoni non propriamente puri e incontaminati. Il terzo e ultimo movimento è un ulteriore colpo di scena: dopo la sfenata fantasia e espressività del Blues abbiamo un Perpetuum mobile di grande effetto, con strepitosi e  ardui arpeggi, scale e velocissime, note ribattute del violino mentre il pianoforte, di nuovo con una sorta di aplomb che crea quasi una distanza tra i due strumenti, proporrà elementi che hanno molto in comune con il materiale ritmico e tematico con i due movimenti precedenti. E' come se Ravel avesse cercato un effetto di avanzamento veloce creando un precipitare di temi verso l'apoteosi del sol maggiore finale; lo stesso autore in alcuni scritti autobiografici ne spiega chiaramente l'estetica sottolineando il suo tentativo di evidenziare l'incompatibilità tra violino e pianoforte rendendo strutturale questo aspetto della sonata. 

Ravel compose il suo Trio a Saint-Jean-De Luz a casa della madre, rassicurato dalla bellezza dei luoghi dell'infanzia. all'alba della tragedia della Prima guerra mondiale. Tra l'aprile e il luglio 1914 compose un capolavoro assoluto di grande complessità misurandosi da un lato, con il desiderio di lasciarsi influenzare dagli elementi folclorici baschi della sua terra d'origine e dall'altro con la necessità di tornare a una grande forma classica quale il trio per pianoforte, violino e violoncello che Claude Debussy aveva affrontato solamente in gioventù, lasciandogli cosi piena libertà d'azione. Ravel confida all' amico Maurice Delage " il mio Trio è finito: devo soltanto scrivere i temi! " Ravel il compositore aveva dunque predispostominoziusamente tutto il necessario per dar vita al capolavoro che conosciamo (le modulazioni, le forme), lasciando il materiale tematico al fondo del lavoro creativo. Il primo movimento, Moderé, esordisce con il primo tema affidato al pianoforte in un metro ritmico derivato dal zortziko, una danza basca in 5/8 che Ravel elabora che aggiungendo ancora 3/8 al termine della misura. Il risultato è ipnotico ed esotico al tempo stesso e il registro acuto degli archi che replicano il tema ampliandolo, da una spezialità vertiginosa alla musica. Ravel prosegue affidando poi agli archi il secondo tema, rivelando uma melodia raffinata e pronta per essere combinata ed elaborata con il ritmo basco del primo tema: un ritmo che chiudera in modo quasi spettrale il primo movimento , rigorosamente in forma sonata, estinguendosi nei bassi profondi del pianoforte. Il Pantoum, che è uno scherzo e ne ricopre anche la consueta funzione brillante in tempo ternario, trae il nome da una forma poetica orientale particolarmente diffusa in Malesia. Molti importanti autori letterari Francesi si dedicarono a questo particolare componimento caratterizzato da giochi ed incastri simmetrici dei versi, influenzando con i loro poemi Debussy e Ravel che si lasciarono premeare dall' eleganza di questa forma poetica, dando vita a due capolavori quali Harmonie du soir e il secondo movimento del Trio. Se Debussy si ispirò al poema di Baudelaire mettendolo in musica, Ravel riportò nel suo Pantoum l'ispirazione poetica a livello ritmico/metrico, sottoponendo la scrittura musicale a continui e geniali movimenti di accenti e ardite combinazioni ritmiche (particolarmente nel trio) e creando un brano di grande virtuosismo compositivo e strumentale, luminoso e misterioso al tempo stesso. Continuando nel rispetto della forma classica in quattro movimenti giungiamo alla Passacaille (Trés large), che riporta un indicazione metronomica al limite dell'esecuzione in tre pulsazioni. Un tema di sapore primordiale simile a un ostinato, una sorte di epigrafe antica che sembra contenere arcani segreti della Terra e che percorrerà tutto il terzo movimento fino ad essere inghiottito, al termine del suo cammino , dalle profondità dei bassi ma ritrovando un inaspettato alito vitale con il tema "all aria aperta" di 5/4 del Final, esposto dal pianoforte e reso aereo e fluttante dagli acutissimi armonici degli archi.

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Discografia
Trio Johannes
L'artista

TRIO JOHANNES

Il Trio Johannes è nato nel 1993 dall'incontro del violoncellista Massimo Polidori con il duo composto da Francesco Manara e Claudio Voghera, già da alcuni anni impegnato nell'approfondimento del repertorio cameristico ed ospite delle principali istituzioni concertistiche.
I tre musicisti vantano individualmente importanti affermazioni: Francesco Manara è stato scelto da Riccardo Muti per ricoprire il posto di Primo violino solista nell'Orchestra del Teatro alla Scala di Milano e nel 1993 ha vinto il Primo Premio al Concorso Internazionale di Ginevra; Massimo Polidori dopo aver vinto il Primo Premio di Virtuosité del Conservatorio di Ginevra ricopre il posto di Primo violoncello nell'Orchestra del Teatro alla Scala di Milano; Claudio Voghera, docente di pianoforte principale presso il Conservatorio di Torino, già allievo di Aldo Ciccolini, nel 1993 ha vinto il "Grand Prix de Sonates Violon et Piano" dell'Accademia di Losanna.
Il Trio Johannes, grazie ad una borsa di studio della "De Sono Associazione per la Musica", ha studiato presso la Scuola Superiore Internazionale di Musica da Camera del Trio di Trieste, con i Maestri De Rosa, Zanettovich e Baldovino, conseguendo nel 1995 il Diploma di Merito.
Da allora è stato ospite di importanti società concertistiche quali, tra le altre, gli Amici della Musica di Padova, Vicenza, Firenze e Perugia, il Bologna Festival, la Gog di Genova, l'Unione Musicale di Torino e la Radio della Suisse Romande a Ginevra; nel maggio 2000 ha effettuato una tournée in Sud America organizzata dal Cidim suonando nelle principali sale da concerto di Argentina, Uruguay e Brasile. Grazie ad un progetto sostenuto dagli Amici della Musica di Vicenza, ha inciso il suo primo CD con musiche di Beethoven e Brahms per l'etichetta "Sicut Sol".Il trio vanta importanti affermazioni a livello internazionale: nel 1998 il II Premio al "III Concorso Internazionale Premio Trio di Trieste", nel 1999 il II Premio al "3rd International Chamber Music Competition" di Osaka; nel 2001 è risultato inoltre vincitore del "50th Concert Artists Guild Competition" di New York e debutterà negli Stati Uniti nella stagione 2002, suonando per le principali società concertistiche tra le quali la Weill Recital Hall della Carnegie Hall a New York, la Pittsburgh Chamber Music Society and la Market Square Concerts di Harrisburg.

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