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Luciano Tarantino - Orchestra Filarmonica Pugliese - Giovanni Rinaldi
Haydn

Haydn - Cello Concerto's


Haydn - Cello Concerto's
Luciano Tarantino - Orchestra Filarmonica Pugliese - Giovanni Rinaldi
Haydn

Haydn - Cello Concerto's



L'album

Programmazione Puglia Sounds Record 2023

FONDO SPECIALE CULTURA – CALENDARIO UNICO REGIONALE 2023
OPERAZIONE FINANZIATA A VALERE SUL “Fondo Speciale per la Cultura e Patrimonio Culturale L.R. 40art.15 comma3”

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Franz Joseph Haydn (31 marzo 1732 - 31 maggio 1809) con Mozart e Beethoven rappresenta l'espressione dello stile classico viennese che caratterizza gli anni tra il 1750 e i primi decenni del 1800, la cosiddetta "prima scuola di Vienna'. La personalità artistica di Haydn si sviluppa come Kappelmeister alla corte dei principi Esterha.zy, prima al servizio di Paul Anton, poi del fratello Nikolaus. Fu proprio Nikolaus che, volendo dare nuova vitalità al suo casato, decise di riabilitare un'antica residenza della famiglia, isolata e in uno stato di abbandono. La residenza di Esteràza diventa cosl il centro propulsore di una corte vitale che aveva l'ambizione di eguagliare le più prestigiose corti europee. Nikolaus aveva una grande passione per la musica, suonava il violoncello, il violino e il cembalo, ed era grande appassionato di barython, una particolare viola da gamba dotata di corde di risonanza. All'origine della scrittura di questi due concerti quindi l'intensa relazione di amicizia, ancor prima che di servizio, che legava il principe al compositore austriaco. Per quasi trent'anni Haydn sarà al servizio del principe Nikolaus (1761-1790) e, nonostante l'isolamento e la forzata sedentarietà, la sua scrittura musicale sarà sempre in perfetto equilibrio con lo stile corrente; 'fui costretto a diventare originale", come lui stesso ebbe a dire del suo comporre. Nel corso della sua lunga vita Haydn sperimenta ogni genere musicale, tanto da vedersi attribuire gli appellativi di "padre della sinfonia" e "padre del quartetto d'archi". Sempre padrone della sua musica, Haydn ebbe già in vita la possibilità di pubblicarla autonomamente diventando il compositore più celebre dei suoi tempi, e la sua musica circolava ampiamente in tutta Europa. Con Haydn la forma sonata diventa la forma capace di interpretare gli ideali estetici e i fermenti culturali della sua epoca, lontano dalle inquietudini preromantiche e romantiche che di Il a poco avrebbero cambiato il paradigma estetico della musica in Europa. L'equilibrio formale coniuga espressione individuale e oggettività della struttura, l'armonia tonale maturata nella razionalità illuministica trova un nuovo approfondimento tecnico nella scrittura, con un significativo recupero del contrappunto come mezzo di intensificazione espressiva all'interno di quel gusto "discorsivo" e amabile proprio del classicismo viennese. Il catalogo completo delle sue opere fu redatto tra il 1957 e il 1978 dal musicologo Anthony von Hoboken. I Concerti N.1 e N.2, rispettivamente in Do maggiore e in Re maggiore, furono scritti a distanza di quasi vent'anni l'uno dall'altro, entrambi mentre Haydn era al servizio del principe Nikolaus Esterha.zy.
Il Concerto N.1 in Do maggiore, nei classici tre tempi, Moderato, Adagio e Allegro molto, è catalogato come Hob. Vllb/1 , e fu composto tra il 1761 e il 1765. Per lungo tempo si è ritenuto che il manoscritto originale fosse andato perduto, sebbene non ne sia mai stata messa in dubbio la paternità, visto che Haydn aveva scritto l'inizio del tema principale del primo movimento nella sua bozza di catalogo del 1765. Il manoscritto originale fu rinvenuto nel 1961 dal musicologo Oldfich Pulkert presso l'Archivio Nazionale di Praga. presso l'Archivio Nazionale di Praga. Il concerto viene scritto per l'amico Joseph Franz Weigl, allora primo violoncello dell'Orchestra Esterha.zy. Si trattava di una piccola orchestra comprendente tra i 10 e i 25 archi, due corni e due oboi, cosl come prevedeva l'organico dell'orchestra di corte in quegli anni, poi successivamente ampliato, e il trattamento dell'orchestra dimostra come Haydn sia già padrone della scrittura strumentale. La parte del violoncello solista riflette lo stile idiomatico che si andava delineando sempre più nelle composizioni musicali nella seconda metà del 18° secolo, tenendo conto, nel comporre, delle specifiche caratteristiche timbriche, espressive e tecniche degli strumenti a cui il brano è destinato. Infatti il concerto, pur tecnicamente meno virtuosistico di quello in Re , offre al solista ampi spazi di espressività musicale e di brillantezza e padronanza tecnica, privilegiando il registro acuto dello strumento, all'epoca ancora poco valorizzato nella scrittura solistica. Sul piano formale riflette sia la forma del ritornello del concerto barocco così come la struttura emergente della forma sonata, particolarmente nell'allegro iniziale. Come nel concerto grosso barocco, l'ensemble di accompagnamento è relativamente piccolo: archi, due oboi e due corni. È possibile che Weigl fosse l'unico violoncellista dell'Orchestra Esterhazy quando Haydn compose il concerto, poiché nella partitura c'è solo una linea di violoncello, contrassegnata alternativamente "solo" e "tutti". C'è però anche una linea di basso continuo, che potrebbe essere stata suonata da un altro violoncellista, o dallo stesso Haydn al clavicembalo, o da un contrabbassista.
Il Concerto per violoncello n. 2 in Re maggiore, anche questo in tre movimenti, Allegro moderato, Adagio, Rondò . Allegro, op. 101 fu composto nel 1783 per Antonin Kraft, violoncellista dell'Orchestra Esterhàzy del principe Nikolaus. Il concerto fu pubblicato solo nel 1804 da Johann André, col titolo "Concerto per violoncello con accompagnamento d'orchestra composto da Joseph Haydn. Opera 101. Edizione dal manoscritto originale dell'autore·. Anche per questo concerto sono stati avanzati dubbi di autenticità, con l'ipotesi che potesse essere stato lo stesso Kraft, dedicatario dell'opera, ad averlo composto. Tuttavia dopo il ritrovamento della partitura autografa di Haydn nel 1951, la maggior parte degli esperti è propensa a ritenere l'opera autentica.
Il concerto risulta più rilassato e lirico rispetto al concerto in do maggiore e tecnicamente più impegnativo per il solista.Lo stile di Haydn qui appare più maturo, il dialogo tra solista e orchestra lascia ampio spazio al virtuosismo del solista, soprattutto nel primo movimento e negli interventi del rondò finale. Il discorso armonico ci sorprende con dissonanze funzionali ad esprimere la complessità della riflessione cui era giunto Haydn nella sua fase matura, in cui il linguaggio esalta l'unicità dei singoli strumenti, ciascuno nel suo ambito sonoro più consono, in un discorso di perfetta interrelazione dialettica interna. Da rilevare nella incisione di Luciano Tarantino la presenza di cadenze originali del solista, in linea con la prassi musicale del tempo, quando le cadenze non erano scritte dal compositore ma affidate all'estro improvvisativo e alle caratteristiche tecniche e musicali dell'interprete. Tarantino le inserisce nel primo e nel secondo movimento di entrambi i concerti, un particolare degno di nota trattandosi di una prassi ormai desueta, ma che certamente contribuisce ad arricchire il pregio della ricerca del violoncellista pugliese.

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Discografia
Luciano Tarantino
L'artista

Luciano Tarantino

Luciano Tarantino, violoncellista italiano, nato nel ’77 inizia lo studio del violoncello giovanissimo frequentando maestri come Ormezowski, Geringas, Mork, Monighetti e Rostropovich. A vent’anni già primo violoncello in diverse orchestre italiane suona con direttori d’orchestra del calibro di Ma- zeel, Sinopoli, Tate, Gergiev, Pretre, Noseda, Petrenko e De Burgos. Ruolo che abbandonerà presto per dedicarsi alla musica da camera e solistica, che lo porta ad esibirsi in importanti Festival da ca- mera e violoncellistici, in città e teatri come Opera Garnier di Parigi, Teatro Reale di Madrid, Ka- bukiza di Tokyo, Parco della Musica Roma, Sala Piatti Bergamo, e Mosca, Vilnius, Stoccolma, Istanbul, Pechino, Seoul, Strasburgo, Lugano, Johannesburg, Beirut etc. Incide numerosi dischi per Movimento Classic, DaVinci, Brilliant, Farelive, FedoraMusic, KzMusik, Stradivarius, etc. che gli hanno permesso di vincere la nomination per la “Violoncello Foundation of NewYork”, come unico italiano. E’ direttore artistico del Festival Note di Notte di Bari.
E’ docente di violoncello presso il Conservatorio “L. Canepa” di Sassari. Suona il prezioso violoncello italiano “Carlo Antonio Testore 1736”.

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Orchestra Filarmonica Pugliese
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Orchestra Filarmonica Pugliese

L’Orchestra Filarmonica Pugliese (OFP), nata a Molfetta (Bari) nel 2013, patrocinata dalla Regione Puglia e dalMinistero della Cultura, si è esibita nei più importanti Teatri e luoghi di interesse culturale del Sud Italia, per farsi particolarmente apprezzare al Teatro Argentina e al Teatro Greco di Roma tra il 2019 e il 2021.
E'stabilmente nei cartelloni dei maggiori Enti e Fondazioni locali, patrocinati dal Ministero della Cultura, dal Comitato Italiano Nazionale Musica e dal Teatro Pubblico Pugliese. Ha trasmesso concerti in diretta per RAICinema e per l’Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam e ha ricevuto il patrocinio dell’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia per il progetto “Gran Galà Beethoven”, per la realizzazione del ciclo dei 5 concerti per
pianoforte.
Collabora con musicisti del calibro di Giuseppe Gibboni (dal 2023 resident artist OFP), Luciano Tarantino, Corrado Giuffredi, Giorgio Mandolesi, Pierluigi Camicia, Maria Pia Piscitelli, Nicola Hansalik Samale, Pietro Brogonovo, Evgeny Starodubstev, Fabrizio Dorsi, Sklodowsky Bartosz, Anna Geniushene, Giovanni Pelliccia,
Leonardo Colafelice, ma anche con artisti di area non classica come Ronn Moss, Stef Burns, Roby Facchinetti,Antonella Ruggero, Andrea Braido e l’attore comico Gianni Ciardo.

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Giovanni Rinaldi
L'artista

Giovanni Rinaldi

Ha studiato composizione e direzione musicale con R. Duarte e J. Kalmar, diplomandosi all'Accademia Musicale di Pescara nel 1999; nel 2020 si laurea in direzione d'orchestra presso il conservatorio U. Giordano di Foggia con Daniele Belardinelli.
Ha diretto le Orchestre di Plovdiv e Shoumen (Bulgaria), H. Swarowsky, l'Orchestra da Camera di Pescara, la Sinfonica di Kiev, The Satu Mare Philharmonic (Romania), Capella Cracoviensis (Polonia) , Teatro Petruzzelli e Metropolitana di Bari, Teatro Verdi di Salerno. Ha diretto solisti come Giuseppe Gibboni, Alessandro Perpich, Carlo Torlontano, Luciano Tarantino, Vito Paternoster, Pierluigi Camicia, Massimiliano Pitocco, Massimo Mercelli, Chiara Taigi e il quartetto vocale Div4S, che accompagna Andrea Bocelli. Per alcuni anni è assistente di M. Daniel Oren.
Ha inoltre diretto numerose opere, tra cui Don Pasquale, Tutti in Maschera (di C. Pedrotti), Barbiere di Siviglia, La Traviata, Aida, Tosca, La Bohème, Cavalleria Rusticana, Madama Butterfly, Pagliacci e Rigoletto. Insegna contrabbasso presso il Conservatorio di Musica di Bari.

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